Commenti non desiderati: quanto conta il giudizio altrui?
“È molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti bene è segno che sei veramente un saggio.” Antoine de Saint-Exupéry
Ricevere un commento non richiesto significa esporsi ad un giudizio in assenza della propria volontà; ciò si configura come un atto lesivo per il destinatario.
Il giudizio degli altri è qualcosa che tocca nel profondo chiunque, influenza l’autostima, condiziona i comportamenti e suggestiona il pensiero.
Il giudizio può essere riferito alle nostre capacità, specialmente in ambienti competitivi come il lavoro, al nostro ruolo, sociale o familiare, ma anche all’immagine esteriore.
Quante volte ci siamo sentiti inadeguati, brutti, incapaci solo perché gli altri ci facevano sentire così?
In una società in cui l’immagine conta, essere osservati e soprattutto giudicati è all’ordine del giorno; cosa diciamo, cosa facciamo, come ci vestiamo, che idee e opinioni abbiamo, tutto dipende dal feedback esterno.
La paura di sbagliare, di fare “una mossa falsa” è uno dei motivi più comuni per andare dallo psicologo e ci preoccupa quando ci si approccia a persone che non conosciamo o di cui l’opinione per noi è importante.
Talvolta la preoccupazione del giudizio altrui è talmente forte che provoca uno stato di blocco, una “paralisi mentale” che impedisce di agire o parlare davanti alle persone.
Come affrontare i commenti non richiesti e la paura del giudizio?
Ribaltando la prospettiva! Rivolgendo lo sguardo verso sé stessi attraverso i propri occhi anziché quelli degli altri si potrà provare immediatamente un effetto lenitivo. Infatti, solo il soggetto in questione è in possesso delle informazioni che guidano e orientano il suo comportamento, il suo ruolo e l’immagine con cui si presenta al mondo.
La paura di sbagliare non è altro che la propria insicurezza vista nello sguardo delle altre persone, perciò bisogna ricominciare da sé stessi. Riconoscere il proprio valore e rinforzare le proprie potenzialità significa accrescere la propria autostima e il senso di sicurezza, fondamentali per farsi “scivolare addosso” le critiche altrui. Tali elementi diventano una barriera protettiva e scivolosa che attenua e disinnesca i tentati attacchi che arrivano dall’esterno.
Riconoscersi e imparare ad amarsi significa favorire un giudizio positivo: cambiare la lente e “vedersi con occhi diversi”.
Tuttavia, bisogna considerare anche gli effetti benefici dei commenti, talvolta, la forma con cui vengono espressi risulta disturbante e fastidiosa, ma il contenuto di per sé può diventare un tema di riflessione per farci migliorare o semplicemente per renderci più sicuri delle nostre scelte.
Perciò, osservare il fulcro del messaggio anziché la modalità comunicativa può permetterci di non subirlo come una critica ma, anzi, come un consiglio. Questo processo, per quanto impegnativo, può favorire un’esperienza più serena rispetto al giudizio altrui.
Altro elemento da considerare è la persona da cui proviene il commento:
- ci interessa realmente la sua opinione?
- su quali dati ha basato il suo commento?
- qual è il bisogno sottostante che l’ha portata a manifestare il suo giudizio?
Queste domande ci possono far riflettere sul fatto che spesso emettere un giudizio è una modalità per acquisire una posizione di superiorità, rispetto all’altro, che fa sentire più tranquilli. Spesso si tratta di persone che sono state abituate a ricevere critiche e commenti non richiesti; perciò, ora cercano di rivendicare il ruolo del giudice per sentirsi in pace con sé stesse.
Queste sono le domande e le riflessioni da porsi per farsi scivolare addosso commenti e giudizi, così facendo staremo meglio noi e chi esprime il giudizio.
Il giudizio che più conta in psicologia?
Il giudizio più severo e difficile da farsi scivolare addosso è il proprio, imparare a guardarsi con occhi amorevoli e autoindulgenti è il lavoro più difficile e quello maggiormente richiesto in terapia. La crescita personale, il migliorare l’autostima, imparare ad amarsi sono gli obiettivi più importanti quando si intraprende un percorso con uno psicologo. Iniziare il nuovo anno con questi obiettivi è il primo passo per volersi bene.
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